martedì 3 marzo 2009
Uomini e belve, di Luca Leone
Le tante guerre dimenticate, i soprusi che ogni giorno in luoghi lontani e vicini vengono perpetrati, la miseria, la disperazione, insomma tutti quegli argomenti che restano sulle pagine dei quotidiani quel tanto che basta a fare notizia e a placare la brama di voyeurismo sono qui raccolti in un libro reportage sui sud del mondo, specificando che “non esistono solo i sud del mondo geografici, ma anche quelli sociali e culturali”.
Si parla dei vicini Balcani: delle ceneri della Bosnia, delle donne che non hanno un corpo su cui piangere, dei criminali di guerra che girano indisturbati; dei tanti perseguitati politici in Africa che, dopo aver superato innumerevoli difficoltà, approdano sulle nostre coste e si vedono rifiutare lo status di rifugiato. Sono ragazzi, anche molto giovani, sfuggiti a morte certa per l’appartenenza politica o per non aver voluto imbracciare i fucili, con il sogno di potere ancora studiare e trovare un giorno un lavoro.
Facce che quotidianamente confondiamo tra i tanti disperati senza nome, come fossero una sola persona: lavavetri, venditori di calze. Uomini e belve resttituisce a questi volti una storia e un’identità là dove pregiudizio e ignoranza costringono all’anonimato e privano del diritto all’unicità.
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