martedì 28 settembre 2010
lunedì 2 agosto 2010
APPELLO A SOSTEGNO
DI AHMED ATTOUN, MAHMOUD ABU TIR, MOHAMMAD TOTAH, KHALED ABU ARAFEH, quattro deputati del Consiglio legislativo palestinese (parlamento palestinese) in sciopero della fame.
sia personalmente che come associazione Stelle Cadenti, ed invitiamo i soci ed amici che ci legogno in copia a fare altrettantoMario Palmieri, artista, presidente associazione Stelle CadentiNicoletta Crocella, responsabile edizioni
Questo è il messaggio originale ricevuto dall'associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese:Ogg: URGENTE appello
Vi chiediamo di leggere, ed eventualmente sottoscrivere e far girare il seguente
APPELLO A SOSTEGNO
DI AHMED ATTOUN, MAHMOUD ABU TIR, MOHAMMAD TOTAH, KHALED ABU ARAFEH, quattro deputati del Consiglio legislativo palestinese (parlamento palestinese) in sciopero della fame.
I quattro parlamentari sono in sciopero della fame a Gerusalemme Est per opporsi, in modo non violento, all’imposizione israeliana di abbandonare la propria città o il proprio incarico di deputati. La loro colpa è quella di essere stati legittimamente eletti nelle liste di “Cambiamento e riforma” facenti parte del blocco di Hamas. Mahmoud Abu Tir è già stato pretestuosamente arrestato e gli altri sono momentaneamente ospitati presso le strutture del Comitato della Croce Rossa e rischiano l’arresto contro ogni norma di diritto internazionale.
Aderire all’appello non significa condividere le posizioni di Hamas, ma pretendere il ritiro dell’ordine di espulsione, che viola la IV Convenzione di Ginevra e che rappresenta un ulteriore passo verso il regime di apartheid imposto da Israele.
Israele, paese occupante e trasgressore di ogni legalità internazionale, vuole imporre il suo arbitrio su ogni elemento che possa ostacolare il progetto di occupazione totale di Gerusalemme est, favorendo odio e disperazione ovunque, compreso il quartiere arabo di Sheikh Jarah in cui risiedono i quattro deputati e in cui avanza il progetto di pulizia etnica tramite il tentativo di espropriazione delle abitazioni palestinesi e la cacciata dei legittimi abitanti.
Come AAMRP, associazione umanitaria sostenitrice dei diritti umani, rivolgiamo un
appello alla comunità internazionale e alle istituzioni democratiche affinché esprimano
la loro inequivocabile condanna
verso l’ennesima violazione delle norme democratiche e del diritto internazionale, violazione che mentre colpisce i deputati del Consiglio legislativo palestinese, svilisce ogni tentativo di raggiungere una giusta pace in Medio Oriente e affievolisce la percezione della legalità democratica in ogni Paese del mondo.
Facciamo nostra la denuncia del pacifista, già parlamentare israeliano, Uri Avnery che dichiara: “oggi Israele espelle i sostenitori di Hamas, domani espellerà i simpatizzanti di Fatah e dopodomani tutti gli altri” e ricordiamo che analoga tragedia avvenne in Europa e fu compresa quando ormai il diritto aveva perso la parola.
Per tutto questo ci appelliamo alle istituzioni democratiche e alla comunità internazionale affinché sostengano la lotta dei quattro deputati che hanno scelto la non violenza per opporsi all’arbitrio israeliano. Per aderire a quest’appello scrivere a pres@palestinamezzalunarossa.org
Patrizia Cecconi
Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese
DI AHMED ATTOUN, MAHMOUD ABU TIR, MOHAMMAD TOTAH, KHALED ABU ARAFEH, quattro deputati del Consiglio legislativo palestinese (parlamento palestinese) in sciopero della fame.
sia personalmente che come associazione Stelle Cadenti, ed invitiamo i soci ed amici che ci legogno in copia a fare altrettantoMario Palmieri, artista, presidente associazione Stelle CadentiNicoletta Crocella, responsabile edizioni
Questo è il messaggio originale ricevuto dall'associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese:Ogg: URGENTE appello
Vi chiediamo di leggere, ed eventualmente sottoscrivere e far girare il seguente
APPELLO A SOSTEGNO
DI AHMED ATTOUN, MAHMOUD ABU TIR, MOHAMMAD TOTAH, KHALED ABU ARAFEH, quattro deputati del Consiglio legislativo palestinese (parlamento palestinese) in sciopero della fame.
I quattro parlamentari sono in sciopero della fame a Gerusalemme Est per opporsi, in modo non violento, all’imposizione israeliana di abbandonare la propria città o il proprio incarico di deputati. La loro colpa è quella di essere stati legittimamente eletti nelle liste di “Cambiamento e riforma” facenti parte del blocco di Hamas. Mahmoud Abu Tir è già stato pretestuosamente arrestato e gli altri sono momentaneamente ospitati presso le strutture del Comitato della Croce Rossa e rischiano l’arresto contro ogni norma di diritto internazionale.
Aderire all’appello non significa condividere le posizioni di Hamas, ma pretendere il ritiro dell’ordine di espulsione, che viola la IV Convenzione di Ginevra e che rappresenta un ulteriore passo verso il regime di apartheid imposto da Israele.
Israele, paese occupante e trasgressore di ogni legalità internazionale, vuole imporre il suo arbitrio su ogni elemento che possa ostacolare il progetto di occupazione totale di Gerusalemme est, favorendo odio e disperazione ovunque, compreso il quartiere arabo di Sheikh Jarah in cui risiedono i quattro deputati e in cui avanza il progetto di pulizia etnica tramite il tentativo di espropriazione delle abitazioni palestinesi e la cacciata dei legittimi abitanti.
Come AAMRP, associazione umanitaria sostenitrice dei diritti umani, rivolgiamo un
appello alla comunità internazionale e alle istituzioni democratiche affinché esprimano
la loro inequivocabile condanna
verso l’ennesima violazione delle norme democratiche e del diritto internazionale, violazione che mentre colpisce i deputati del Consiglio legislativo palestinese, svilisce ogni tentativo di raggiungere una giusta pace in Medio Oriente e affievolisce la percezione della legalità democratica in ogni Paese del mondo.
Facciamo nostra la denuncia del pacifista, già parlamentare israeliano, Uri Avnery che dichiara: “oggi Israele espelle i sostenitori di Hamas, domani espellerà i simpatizzanti di Fatah e dopodomani tutti gli altri” e ricordiamo che analoga tragedia avvenne in Europa e fu compresa quando ormai il diritto aveva perso la parola.
Per tutto questo ci appelliamo alle istituzioni democratiche e alla comunità internazionale affinché sostengano la lotta dei quattro deputati che hanno scelto la non violenza per opporsi all’arbitrio israeliano. Per aderire a quest’appello scrivere a pres@palestinamezzalunarossa.org
Patrizia Cecconi
Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese
mercoledì 30 giugno 2010
SOLIDALI CON YOUSEF SALMAN
FUORIPAGINA
25/06/2010
Tommaso Di Francesco
Aggrediti a Roma pacifisti pro-Palestina
È davvero finita molto male la manifestazione per la liberazione del caporale israeliano Shalit, promossa dai movimenti giovanili «Benè Birth Giovani» e dall'Unione Giovani Ebrei Italiani (Ugei), presenti il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, il sindaco Alemanno, la Polverini per la Regione Lazio e Renato Zingaretti per la Provincia. Dove Alemanno ha tuonato dal palco: «Da quando il volto di Shalit campeggia sul Campidoglio gli ipocriti e i pacifisti a senso unico stanno lontani dalla piazza». Un retorica di parte, e nello stesso giorno di Gasparri e di Fini in visita in Israele, a malapena adatta a farsi perdonare un fastidioso dna fascista. È finita con l’aggressione fisica di un gruppo di giovani della Comunità ebraica a danno di quattro pacifisti della Rete romana di solidarietà al popolo palestinese e di due palestinesi - gli unici presenti -, Ahmed Abu Naga e Yousef Salman, medico pediatra e rappresentante in Italia della Mezzaluna rossa palestinese.Proviamo a ripercorrere i momenti della tarda serata di giovedì. Quando, alle 23, le luci del Colosseo si sono spente per ricordare il caporale Gilad Shalit da quattro anni prigioniero di Hamas, abbastanza lontano, oltre via dei Fori imperiali e piazza Venezia, sotto la scalinata del Campidoglio i pacifisti della Rete di solidarietà con il popolo palestinese avevano avviato un piccolo presidio, non erano più di 40 persone per la maggior parte donne, con l’intenzione di accendere - mentre al Colosseo si spegnevano le luci per Shalit - lumicini di cera per non dimenticare gli undicimila prigionieri «amministrativi», tra cui molti giovani, bambini e donne, in carcere in Israele da anni nel silenzio della comunità internazionale. E per non dimenticare anche il blocco di Gaza, l’occupazione militare della Cisgiordania, il Muro, le espulsioni di famiglie arabe da Gerusalemme, la strategia di insediamenti ebraici che cancella lo Stato di Palestina. Quando all’improvviso è scattato l’agguato. «Quando siamo arrivati - racconta Youssef Salman - erano quasi le 23, c’erano le camionette dei carabinieri, la Digos ecc. allora abbiamo deciso che per mandare il nostro messaggio era meglio la scalinata del Campidoglio per appoggiare le nostre candele. Avevamo appena cominciato ad accenderle, nessuno gridava o lanciava slogan. Io ero a metà della scalinata con una bandiera palestinese in mano, che mi sono saltati addosso, uno mi ha strappato la bandiera poi altri 4 o 5 sono arrivati su di me e mi hanno aggredito a pugni e calci. Tanti pugni e calci che non li ho contati più. Ferito, ho provato rabbia non per me ma perché vedevo questo gruppo di una quindicina di persone, molti con i caschi, prendere a calci e pugni le tante ragazze del presidio». E conclude: «Mi hanno fatto rabbia i titoli di alcune agenzie che hanno parlato di rissa. La rissa è almeno tra due che litigano, noi siamo stati semplicemente aggrediti. Del resto i feriti sono stati sei - anche gravi perché il giovane palestinese sarà operato allo zigomo fratturato nella zona maxillo facciale - e sono solo tra i pacifisti. Voglio aggiungere che dopo l’aggressione sono arrivati altri giovani e alla fine qualche rappresentante della comunità ebraica che a quel punto si presentava, voleva discutere. Poi sono tornati i picchiatori e solo a quel punto, dopo 20 minuti, la polizia si è messa in mezzo, nonostante fossero già schierati sulla piazza. La Comunità ebraica dovrebbe almeno scusarsi. E Alemanno non può comportarsi così: ha sempre parlato di voler ospitare una conferenza di pace sul Medio Oriente a Roma, città di pace, capitale d’Italia, del Vaticano. Dovrebbe essere neutrale, ma così non ha le carte in regola per una conferenza di pace. Io posso anche esprimere solidarietà umana alla famiglia di Shalit, soldato dell’esercito israeliano catturato in territorio occupato, ma ci sono 11 mila palestinesi da anni prigionieri e nessuno, tantomeno Alemanno, si muove per per la loro liberazione».Tante le prese di posizione di solidarietà ai pacifisti aggrediti: da Un Ponte per... all’uffico internazionale della Fiom, da Sinistra e libertà che dà «solidarietà agli attivisti aggrediti», alla Federazione della sinistra e al Prc che con Nicotra invita il rabbino capo Di Segni ad «isolare i violenti». A proposito, piuttosto grave e incredibile la versione del presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici che prima ha denunciato «manifestanti ebrei aggrediti con insulti», poi si è rifiutato di scusarsi con l’aggredito Salman perché «saranno le forze dell’ordine a dire se chiedere scusa o no», invitandolo perfino ad andare insieme a Gaza a visitare Shalit. Ma si è guardato bene dal chiedere di andare a visitare gli undicimila palestinesi prigionieri in Israele.
25/06/2010
Tommaso Di Francesco
Aggrediti a Roma pacifisti pro-Palestina
È davvero finita molto male la manifestazione per la liberazione del caporale israeliano Shalit, promossa dai movimenti giovanili «Benè Birth Giovani» e dall'Unione Giovani Ebrei Italiani (Ugei), presenti il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, il sindaco Alemanno, la Polverini per la Regione Lazio e Renato Zingaretti per la Provincia. Dove Alemanno ha tuonato dal palco: «Da quando il volto di Shalit campeggia sul Campidoglio gli ipocriti e i pacifisti a senso unico stanno lontani dalla piazza». Un retorica di parte, e nello stesso giorno di Gasparri e di Fini in visita in Israele, a malapena adatta a farsi perdonare un fastidioso dna fascista. È finita con l’aggressione fisica di un gruppo di giovani della Comunità ebraica a danno di quattro pacifisti della Rete romana di solidarietà al popolo palestinese e di due palestinesi - gli unici presenti -, Ahmed Abu Naga e Yousef Salman, medico pediatra e rappresentante in Italia della Mezzaluna rossa palestinese.Proviamo a ripercorrere i momenti della tarda serata di giovedì. Quando, alle 23, le luci del Colosseo si sono spente per ricordare il caporale Gilad Shalit da quattro anni prigioniero di Hamas, abbastanza lontano, oltre via dei Fori imperiali e piazza Venezia, sotto la scalinata del Campidoglio i pacifisti della Rete di solidarietà con il popolo palestinese avevano avviato un piccolo presidio, non erano più di 40 persone per la maggior parte donne, con l’intenzione di accendere - mentre al Colosseo si spegnevano le luci per Shalit - lumicini di cera per non dimenticare gli undicimila prigionieri «amministrativi», tra cui molti giovani, bambini e donne, in carcere in Israele da anni nel silenzio della comunità internazionale. E per non dimenticare anche il blocco di Gaza, l’occupazione militare della Cisgiordania, il Muro, le espulsioni di famiglie arabe da Gerusalemme, la strategia di insediamenti ebraici che cancella lo Stato di Palestina. Quando all’improvviso è scattato l’agguato. «Quando siamo arrivati - racconta Youssef Salman - erano quasi le 23, c’erano le camionette dei carabinieri, la Digos ecc. allora abbiamo deciso che per mandare il nostro messaggio era meglio la scalinata del Campidoglio per appoggiare le nostre candele. Avevamo appena cominciato ad accenderle, nessuno gridava o lanciava slogan. Io ero a metà della scalinata con una bandiera palestinese in mano, che mi sono saltati addosso, uno mi ha strappato la bandiera poi altri 4 o 5 sono arrivati su di me e mi hanno aggredito a pugni e calci. Tanti pugni e calci che non li ho contati più. Ferito, ho provato rabbia non per me ma perché vedevo questo gruppo di una quindicina di persone, molti con i caschi, prendere a calci e pugni le tante ragazze del presidio». E conclude: «Mi hanno fatto rabbia i titoli di alcune agenzie che hanno parlato di rissa. La rissa è almeno tra due che litigano, noi siamo stati semplicemente aggrediti. Del resto i feriti sono stati sei - anche gravi perché il giovane palestinese sarà operato allo zigomo fratturato nella zona maxillo facciale - e sono solo tra i pacifisti. Voglio aggiungere che dopo l’aggressione sono arrivati altri giovani e alla fine qualche rappresentante della comunità ebraica che a quel punto si presentava, voleva discutere. Poi sono tornati i picchiatori e solo a quel punto, dopo 20 minuti, la polizia si è messa in mezzo, nonostante fossero già schierati sulla piazza. La Comunità ebraica dovrebbe almeno scusarsi. E Alemanno non può comportarsi così: ha sempre parlato di voler ospitare una conferenza di pace sul Medio Oriente a Roma, città di pace, capitale d’Italia, del Vaticano. Dovrebbe essere neutrale, ma così non ha le carte in regola per una conferenza di pace. Io posso anche esprimere solidarietà umana alla famiglia di Shalit, soldato dell’esercito israeliano catturato in territorio occupato, ma ci sono 11 mila palestinesi da anni prigionieri e nessuno, tantomeno Alemanno, si muove per per la loro liberazione».Tante le prese di posizione di solidarietà ai pacifisti aggrediti: da Un Ponte per... all’uffico internazionale della Fiom, da Sinistra e libertà che dà «solidarietà agli attivisti aggrediti», alla Federazione della sinistra e al Prc che con Nicotra invita il rabbino capo Di Segni ad «isolare i violenti». A proposito, piuttosto grave e incredibile la versione del presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici che prima ha denunciato «manifestanti ebrei aggrediti con insulti», poi si è rifiutato di scusarsi con l’aggredito Salman perché «saranno le forze dell’ordine a dire se chiedere scusa o no», invitandolo perfino ad andare insieme a Gaza a visitare Shalit. Ma si è guardato bene dal chiedere di andare a visitare gli undicimila palestinesi prigionieri in Israele.
lunedì 21 giugno 2010
venerdì 18 giugno 2010
martedì 15 giugno 2010
“L’acqua non si vende.
Fuori l’acqua dal mercato.
Fuori i profitti dall’acqua”.
Giovedì 17 assemblea pubblica in
Largo Agosta dalle ore 18.00.
Partecipano il forum nazionale movimenti dell’acqua,
il Comitato di Aprilia per l’acqua pubblica, i lavoratori ACEA.
Sappiamo tutti che è in atto una grande campagna per la raccolta di firme a difesa dell’acqua come bene pubblico.
“L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato. Fuori i profitti dall’acqua”.
Sono slogan ma sono anche qualcosa di più visto che stanno divenendo un sentire comune.
Le raccolte delle firme stanno dando ottimi risultati in ogni luogo ove sono state organizzate,
ma questo non fa che aumentare il bisogno di non mollare e di proseguire verso un percorso che molto probabilmente porterà verso un’ennesima sfida a superare il fatidico quorum.
Ma un passo alla volta.
La prossima tappa è quella del pomeriggio di giovedì 17.
Per una buona riuscita dell’iniziativa siamo tutti chiamati alla partecipazione,
ma anche alla diffusione dell’iniziativa.
Ognuno ha i propri canali di diffusione ed ognuno secondo le proprie modalità
è chiamato a dare il proprio contributo a questa importante
battaglia di democrazia e di difesa di un diritto fondamentale
per ogni essere umano:
l’accesso libero e garantito all’acqua come bene pubblico.
L’appuntamento è in piazza alle ore 17.00.
Se qualche compagno è in grado di dare
una disponibilità maggiore per l’organizzazione dell’evento
l’appuntamento è fissato per le 16.30 a via Castelforte 4.
Ci sarebbero da portare sedie e panche nello spazio di largo agosta in cui avverrà l’iniziativa.
Inoltre questa sera (martedì 15 giugno) ci sarà un attacchinaggio in Largo Agosta, per promuovere questa iniziativa.
Per chi ha la possibilità di partecipare
l’appuntamento è fissato per le ore 22.00 in Largo Agosta.
Non perdiamoci di vista
Giuseppe Spinillo
Fuori l’acqua dal mercato.
Fuori i profitti dall’acqua”.
Giovedì 17 assemblea pubblica in
Largo Agosta dalle ore 18.00.
Partecipano il forum nazionale movimenti dell’acqua,
il Comitato di Aprilia per l’acqua pubblica, i lavoratori ACEA.
Sappiamo tutti che è in atto una grande campagna per la raccolta di firme a difesa dell’acqua come bene pubblico.
“L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato. Fuori i profitti dall’acqua”.
Sono slogan ma sono anche qualcosa di più visto che stanno divenendo un sentire comune.
Le raccolte delle firme stanno dando ottimi risultati in ogni luogo ove sono state organizzate,
ma questo non fa che aumentare il bisogno di non mollare e di proseguire verso un percorso che molto probabilmente porterà verso un’ennesima sfida a superare il fatidico quorum.
Ma un passo alla volta.
La prossima tappa è quella del pomeriggio di giovedì 17.
Per una buona riuscita dell’iniziativa siamo tutti chiamati alla partecipazione,
ma anche alla diffusione dell’iniziativa.
Ognuno ha i propri canali di diffusione ed ognuno secondo le proprie modalità
è chiamato a dare il proprio contributo a questa importante
battaglia di democrazia e di difesa di un diritto fondamentale
per ogni essere umano:
l’accesso libero e garantito all’acqua come bene pubblico.
L’appuntamento è in piazza alle ore 17.00.
Se qualche compagno è in grado di dare
una disponibilità maggiore per l’organizzazione dell’evento
l’appuntamento è fissato per le 16.30 a via Castelforte 4.
Ci sarebbero da portare sedie e panche nello spazio di largo agosta in cui avverrà l’iniziativa.
Inoltre questa sera (martedì 15 giugno) ci sarà un attacchinaggio in Largo Agosta, per promuovere questa iniziativa.
Per chi ha la possibilità di partecipare
l’appuntamento è fissato per le ore 22.00 in Largo Agosta.
Non perdiamoci di vista
Giuseppe Spinillo
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei,
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller (Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984) è stato un teologo e pastore protestante tedesco, oppositore del nazismo.Inizialmente fu attivista a favore di Hitler. Nel 1934 Niemöller cominciò ad opporsi al nazismo, ma grazie alle sue amicizie e alle sue connessioni con uomini d'affari ricchi ed influenti venne "salvato" fino al 1937. In quell'anno fu arrestato dalla Gestapo su diretto ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone.Rimase per otto anni prigioniero in vari campi di concentramento nazisti, tra i quali Sachsenhausen e Dachau, finché non venne liberato. Sopravvisse per diventare il portavoce della piena riconciliazione della popolazione tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale.È famoso per la poesia Prima vennero... a lui attribuita (anche se spesso viene erroneamente citato come autore Bertolt Brecht), sul pericolo dell'apatia di fronte ai primi passi dei regimi totalitari. La poesia è ampiamente citata, tuttavia la sua origine è incerta e le parole precise rimangono controverse.
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei,
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller (Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984) è stato un teologo e pastore protestante tedesco, oppositore del nazismo.Inizialmente fu attivista a favore di Hitler. Nel 1934 Niemöller cominciò ad opporsi al nazismo, ma grazie alle sue amicizie e alle sue connessioni con uomini d'affari ricchi ed influenti venne "salvato" fino al 1937. In quell'anno fu arrestato dalla Gestapo su diretto ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone.Rimase per otto anni prigioniero in vari campi di concentramento nazisti, tra i quali Sachsenhausen e Dachau, finché non venne liberato. Sopravvisse per diventare il portavoce della piena riconciliazione della popolazione tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale.È famoso per la poesia Prima vennero... a lui attribuita (anche se spesso viene erroneamente citato come autore Bertolt Brecht), sul pericolo dell'apatia di fronte ai primi passi dei regimi totalitari. La poesia è ampiamente citata, tuttavia la sua origine è incerta e le parole precise rimangono controverse.
giovedì 10 giugno 2010
martedì 8 giugno 2010
ancora in piazza per la Palestina
ancora una strage
ancora una volta in piazza per la Palestina
ancora una volta a dire le stesse cose
con qualche slogan diverso
e qualche anno in più sulla pelle
la navi che volevano far saltare pacificamente
il blocco navale a Gazza
sono il punto di partenza
per altro gesto di quelli che sappiamo
un'ennesima raffica di mitra
contro la pace e la libertà
ancora una volta in piazza per la Palestina
ancora una volta a dire le stesse cose
con qualche slogan diverso
e qualche anno in più sulla pelle
la navi che volevano far saltare pacificamente
il blocco navale a Gazza
sono il punto di partenza
per altro gesto di quelli che sappiamo
un'ennesima raffica di mitra
contro la pace e la libertà
giovedì 6 maggio 2010
mercoledì 21 aprile 2010
25 aprile 2010:
giu' le mani dalla Costituzione Antifascista
domenica 25 aprile, ore 10, corteo da Porta San Paolo
riportiamo di seguto il comunicato satmpa dell'ANPI, ANPPIA, FIAP, ANED, ANEI, Giustizia e Libertà e Ass. M. Notich e quello del portavoce della Federazione della Sinistra di Roma
25 aprile: ANPI Roma e Lazio – ANPPIA Roma e Lazio – FIAP Roma e Lazio - ANED – ANEI - Giustizia e Libertà Roma - Ass.Miriam Novitch
L’ANPI insieme alle associazioni antifasciste, partigiane, di internati e deportati (ANPPIA, FIAP, ANED, ANEI, Giustizia e Libertà, Ass. Miriam Novitch) ha invitato il Sindaco di Roma e i Presidenti della Provincia e della Regione alla manifestazione popolare che si terrà il 25 aprile alle ore 10.00 a Porta San Paolo, luogo particolarmente caro e altamente simbolico perché da lì ebbe inizio la Resistenza romana. Le associazioni sono fortemente allarmate per la spirale di violenza politica in cui sembra essere scivolata la nostra città e in particolare per l’incombente “marcia su Roma” che gruppi di indubbia radice fascista stanno organizzando per il prossimo 7 maggio. Chiedono quindi ai rappresentanti delle istituzioni che in questa occasione si pronuncino nettamente contro ogni forma di fascismo e neofascismo e si attivino per evitare alla città di Roma, medaglia d’oro per la Resistenza, l’oltraggio di vedere nelle proprie strade rivisitazioni di quella “marcia” che segnò l’inizio della dittatura fascista. “Se si realizzerà tale evento oltraggioso” dichiara Massimo Rendina, presidente dell’ANPI di Roma e Lazio, parlando a nome di tutte le associazioni, “si creerà un'inevitabile frattura fra le associazioni antifasciste, partigiane, di internati e deportati e quelle istituzioni che disattendono le leggi democratiche e la Costituzione che hanno il dovere di difendere per loro specifico mandato”.
giu' le mani dalla Costituzione Antifascista
domenica 25 aprile, ore 10, corteo da Porta San Paolo
riportiamo di seguto il comunicato satmpa dell'ANPI, ANPPIA, FIAP, ANED, ANEI, Giustizia e Libertà e Ass. M. Notich e quello del portavoce della Federazione della Sinistra di Roma
25 aprile: ANPI Roma e Lazio – ANPPIA Roma e Lazio – FIAP Roma e Lazio - ANED – ANEI - Giustizia e Libertà Roma - Ass.Miriam Novitch
L’ANPI insieme alle associazioni antifasciste, partigiane, di internati e deportati (ANPPIA, FIAP, ANED, ANEI, Giustizia e Libertà, Ass. Miriam Novitch) ha invitato il Sindaco di Roma e i Presidenti della Provincia e della Regione alla manifestazione popolare che si terrà il 25 aprile alle ore 10.00 a Porta San Paolo, luogo particolarmente caro e altamente simbolico perché da lì ebbe inizio la Resistenza romana. Le associazioni sono fortemente allarmate per la spirale di violenza politica in cui sembra essere scivolata la nostra città e in particolare per l’incombente “marcia su Roma” che gruppi di indubbia radice fascista stanno organizzando per il prossimo 7 maggio. Chiedono quindi ai rappresentanti delle istituzioni che in questa occasione si pronuncino nettamente contro ogni forma di fascismo e neofascismo e si attivino per evitare alla città di Roma, medaglia d’oro per la Resistenza, l’oltraggio di vedere nelle proprie strade rivisitazioni di quella “marcia” che segnò l’inizio della dittatura fascista. “Se si realizzerà tale evento oltraggioso” dichiara Massimo Rendina, presidente dell’ANPI di Roma e Lazio, parlando a nome di tutte le associazioni, “si creerà un'inevitabile frattura fra le associazioni antifasciste, partigiane, di internati e deportati e quelle istituzioni che disattendono le leggi democratiche e la Costituzione che hanno il dovere di difendere per loro specifico mandato”.
lunedì 8 febbraio 2010
Al primo marzo
Un appuntamento importante il primo marzo
lo sciopero dei migranti
una giornata in cui come si usa dire in questi casi
SIAMO TUTTI MIGRANTI
dalla parte dell'ingiustizia subita
dalla parte più debole.
Io parto per un viaggio in Argentina,
verso il Sud più Sud di tutti i Sud,
verso la Patagonia
e poi verso la Terra del Fuoco.
Sarò a Roma il primo di marzo assieme ad altri Sud.
A presto
Non perdiamoci di vista
Giuseppe
lo sciopero dei migranti
una giornata in cui come si usa dire in questi casi
SIAMO TUTTI MIGRANTI
dalla parte dell'ingiustizia subita
dalla parte più debole.
Io parto per un viaggio in Argentina,
verso il Sud più Sud di tutti i Sud,
verso la Patagonia
e poi verso la Terra del Fuoco.
Sarò a Roma il primo di marzo assieme ad altri Sud.
A presto
Non perdiamoci di vista
Giuseppe
giovedì 4 febbraio 2010
venerdì 29 gennaio 2010
mercoledì 27 gennaio 2010
27 gennaio 2010
(Memorie dell’Olocausto)
Unguenti di poesia
per curare anime
esposte alla vita
memorie di date
volti, luoghi e paure
marchiate sul cuore
la guida loquace
abbracciato ha il silenzio
per dare un segnale
appare nudo adesso
il ramo essenziale
di essere uomini
per tutti i vissuti
di ebrei, zingari, diversi
trattenuti ricordi
una musica lenta
nel vento, vivendo quel canto
da non cantare mai soli
chi si sporge
nel mare, e non teme
sa già quasi nuotare
spera il sole
abbronzato di sale
spingendosi al mare
come incenso
che brucia di sandalo
vivendo in un palpito.
..... ed ora considerate
se questo è un uomo.
Unguenti di poesia
per curare anime
esposte alla vita
memorie di date
volti, luoghi e paure
marchiate sul cuore
la guida loquace
abbracciato ha il silenzio
per dare un segnale
appare nudo adesso
il ramo essenziale
di essere uomini
per tutti i vissuti
di ebrei, zingari, diversi
trattenuti ricordi
una musica lenta
nel vento, vivendo quel canto
da non cantare mai soli
chi si sporge
nel mare, e non teme
sa già quasi nuotare
spera il sole
abbronzato di sale
spingendosi al mare
come incenso
che brucia di sandalo
vivendo in un palpito.
..... ed ora considerate
se questo è un uomo.
martedì 19 gennaio 2010
E ora considerate se questo è un uomo
di ADRIANO SOFRI
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra - "A quel paese!"
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.
..... ed ora considerate
se questo è un uomo.
di ADRIANO SOFRI
Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,
Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra - "A quel paese!"
Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.
..... ed ora considerate
se questo è un uomo.
lunedì 18 gennaio 2010
giovedì 14 gennaio 2010
venerdì 8 gennaio 2010
27 gennaio 2010
A.A.A. Cercasi lettori di poesie
in lingua madre e dialetto
Ritorna al casale l’iniziativa più poetica che c’è!
Nate nell'ambito dell'anno internazionale dell'Unesco sulle lingue madre, continuano a La Città dell’Utopia le serate dedicate alle poesie del mondo, con letture in lingua madre.
Per la sesta serata prevista per mercoledì 27 gennaio, invitiamo e cerchiamo candidati per leggere una poesia in lingua madre o dialetto, sulla tematica
Ritorna al casale l’iniziativa più poetica che c’è!
Nate nell'ambito dell'anno internazionale dell'Unesco sulle lingue madre, continuano a La Città dell’Utopia le serate dedicate alle poesie del mondo, con letture in lingua madre.
Per la sesta serata prevista per mercoledì 27 gennaio, invitiamo e cerchiamo candidati per leggere una poesia in lingua madre o dialetto, sulla tematica
"i muri"
Durante la lettura, la traduzione in italiano sarà leggibile su maxi-schermo.
Accompagnamento musicale dal vivo a cura
Durante la lettura, la traduzione in italiano sarà leggibile su maxi-schermo.
Accompagnamento musicale dal vivo a cura
di Marco Cinque (voce e flauti etnici) e
Pino Pecorelli (percussioni etniche)
Inviaci il testo originale e la traduzione in italiano delle poesie
entro e non oltre lunedì 25 gennaio 2010
Per informazioni ed adesioni
"La Città dell'Utopia"
Servizio Civile Internazionale - Italia
Via Valeriano, 3F
(Metro B San Paolo)
00145 Roma. Italia
Tel. 0659648311
lacittadellutopia@sci-italia.it
www.lacittadellutopia.it
___________________________________________________________________
Per informazioni e contatti
La Città dell'Utopia
Servizio Civile Internazionale - Italia
Via Valeriano, 3F
(Metro B San Paolo)
00145 Roma, Italia
Tel. 06 59648311
lacittadellutopia@sci-italia.it
www.lacittadellutopia.it
www.sci-italia.it
Inviaci il testo originale e la traduzione in italiano delle poesie
entro e non oltre lunedì 25 gennaio 2010
Per informazioni ed adesioni
"La Città dell'Utopia"
Servizio Civile Internazionale - Italia
Via Valeriano, 3F
(Metro B San Paolo)
00145 Roma. Italia
Tel. 0659648311
lacittadellutopia@sci-italia.it
www.lacittadellutopia.it
___________________________________________________________________
Per informazioni e contatti
La Città dell'Utopia
Servizio Civile Internazionale - Italia
Via Valeriano, 3F
(Metro B San Paolo)
00145 Roma, Italia
Tel. 06 59648311
lacittadellutopia@sci-italia.it
www.lacittadellutopia.it
www.sci-italia.it
Iscriviti a:
Post (Atom)