martedì 24 maggio 2011

Sabato 28 maggio, ore 18.30

Il vento della libertà soffia sulla Palestina. La Freedom Flotilla e il ruolo dell’informazione libera e indipendente
Sabato 28 maggio, ore 18.30
presso la Casa del Popolo di Torpignattara, in via B. Bordoni 50, Roma

Ne parliamo con:
Mila Pernice – Radio Città Aperta
Bassam Saleh – Comitato ‘Con la Palestina nel cuore’
Enrico Campofreda – giornalista di Terra
Cristina Grandi – Casa del Popolo di Torpignattara
Alle 21 cena sociale e musica in sottoscrizione per Radio Città Aperta
Menù palestinese a 15 euro
Per partecipare alla cena occorre prenotarsi entro giovedì 26 maggio scrivendo all’indirizzo mail blancaclemente@fastwebnet.it oppure al numero 3407041086

lunedì 2 maggio 2011

MARTEDI' 3 MAGGIO
DALLE ORE 14.00
ALLE ORE 18.00
DAVANTI A MONTECITORIO
PRESIDIO CONTRO LA GUERRA IN LIBIA
IN OCCASIONE DELLE
VOTAZIONI SULLE MOZIONI

domenica 1 maggio 2011

GLI OCCHI DI VITTORIO (invettiva di Nicoletta Crocella)

Voi che potete uccidere i sogni
voi che il buon senso vi guida
mentre aprite l'uovo pasquale
mentre scartate con cura
la sorpresa nascosta all'interno
accanto i bambini ridenti
che lo smarrimento vi colga
e vediate gli occhi di Abeer
strappata a suo padre
e morta di dolore
e vediate gli occhi di Vittorio
coperti dai suoi assassini
Ignavia, indifferenza, un mondo disumano
in cui crescete bambini
come alieni senza memoria
Voi lasciate che altri facciano
il lavoro sporco, che vi evita
le scene violente, le tracce del sangue...
Voi vi nutrite della morte degli agnelli
succhiate il sangue come nettare
e incartate doni di morte
deliziosi ninnoli velenosi.

mercoledì 20 aprile 2011

20 aprile 2011 a Vittorio: saluto a Fiumicino































































Caro Vik
Hanno riportato in Italia il corpo assassinato
di Vittorio Arrigoni - Caro Vik -
nel giorno del compleanno di quel perfido porco
di merda, due volte maiale e tre volte merda, Hitler.
Perché Israele ha imparato a costruire il campo
di concentramento per la gente di Gaza,
che il Caro Vik cercava di rimuovere? Lui che instancabilmente
ha mostrato con tanti esempi che c'era
una sola nazione e che questa si chiamava Pace, e per
questa verità è stato crudelmente assassinato
da una fazione di ultra-nazionalisti all'interno
del movimento Palestinese.
Tristi giorni per quel movimento. Tristi giorni in tutto
il mondo tormentato dalla guerra. Tristi giorni per Israele
e la sua Pasqua ebraica di matzoh morto. Il putrido nazionalismo
e i suoi coltelli tagliagole attaccano e intimoriscono a loro piacimento.
Il Caro Vik già si erge nei cuori di tutti. Che
il suo significato sia il messaggio di Pasqua: davvero la Pace
è l'unica nazione che al tempo stesso è l'intero mondo
e dà il benvenuto a tutti al banchetto dello splendore infinito.
Jack Hirschman

Jack Hirschman, comunista e di famiglia ebrea, è nato a New York nel 1933 ed è un poeta-simbolo della controcultura e della sinistra americana. Vive a San Francisco dal 1972 ed è uno dei protagonisti del progetto di Casa della poesia di Baronissi/Salerno. (Traduzione di Raffaella Marzano
© Multimedia Edizioni / Casa della poesia

giovedì 14 aprile 2011

Vittorio



Arrigoni ucciso, trovato nella notte il corpo a Gaza Volontario e attivista filo-palesinese, era stato rapito ieri mattina a Gaza City da un gruppuscolo di salafiti. Video su Youtube 15 aprile, 06:13 salta direttamente al contenuto dell'articolo salta al contenuto correlato ' buttonResetHTML='' buttonDecreaseHTML='' guid="mytextsize"> Indietro Stampa Invia Scrivi alla redazione Suggerisci () Guarda le foto1 di 3Vittorio Arrigoni in una foto su Facebook Correlati Associate Il VIDEO dei rapitori su YouTube FOTO: Arrigoni, il pacifista che ama la Palestina Arrigoni,attivista radicale in enclave Hamas SCHEDA: Galassia salafita, ultraradicale e anti-Hamas GAZA - E' finito in tragedia il rapimento di Vittorio Arrigoni, volontario e attivista filopalestinese, ritenuto vicino a Hamas, prelevato ieri mattina nella Striscia di Gaza da un commando ultra-estremista salafita. Il suo corpo senza vita e' stato trovato in un appartamento di Gaza city da miliziani di Hamas, al termine di un blitz nel cuore della notte: diverse ore prima della scadenza dell'ultimatum che i sequestratori avevano fissato alle 16 di oggi per il rilascio dei loro "confratelli" detenuti, pena l'uccisionedell'ostaggio. Secondo la versione di Yiab Hussein, portavoce del ministero dell'Interno del governo di fatto di Hamas a Gaza, Arrigoni, 36 anni, sarebbe stato soffocato già "qualche ora prima" del blitz. Le ricerche - affiancate dai primi tentativi della Farnesina di stabilire un qualche contatto diplomatico umanitario che non c'é stato nemmeno il tempo d'intrecciare - erano scattate nel pomeriggio di ieri, dopo la diffusione d'un video sul sequestro, rivendicato da una sigla poco nota della galassia salafita di Gaza che si ispira alle parole d'ordine di Al Qaida, la Brigata Mohammed Bin Moslama. Nel video il volontario italiano appariva bendato e col volto insanguinato, mentre scorreva una sovrimpressione in arabo che lo accusava di propagare i vizi dell'Occidente fra i Palestinesi, imputava all'Italia di combattere contro i Paesi musulmani e ingiungeva a Hamas di liberare i salafiti detenuti nella Striscia entro 30 ore (le 16 italiane di oggi). Poi, nella notte, è arrivata la svolta. Secondo Hussein, le indagini hanno portato all'arresto d'un primo militante salafita, il quale ha condotto gli uomini di Hamas fino al covo: un appartamento nel rione Qarame, a Gaza City, che i miliziani delle Brigate Ezzedin al-Qassam (braccio armato di Hamas) hanno espugnato nel giro di pochi minuti, dopo una breve sparatoria conclusa con la cattura di un secondo salafita. Per Arrigoni, però, ormai non c'era più nulla da fare, ha detto il portavoce. Hussein ha espresso la volontà di Hamas di "stroncare oratutti i componenti del gruppo" dei rapitori e ha condannato l'uccisione di Arrigoni - indicato come "un amico del popolo palestinese" - definendola "un crimine atroce contro i nostri valori". Egli ha aggiunto che "ci sono forze che voglionodestabilizzare la Striscia di Gaza, dopo anni di stabilità e sicurezzà. E ha inoltre ipotizzato che gli ultraintegralisti -protagonisti negli ultimi due anni di veri e propri tentativi di sollevazione contro Hamas, come quello represso nel sangue nel 2009 nella moschea-bunker di Rafah - abbiano sequestrato Arrigoni non solo per cercare di ottenere il rilascio dei loro compagni arrestati, ma anche perché ideologicamente ostili alla presenza di stranieri e 'infedeli': e decisi quindi a lanciare un segnale intimidatorio in vista del possibile arrivo d'una nuova flottiglia internazionale di attivisti filopalestinesi. SU YOUTUBE VIDEO VOLONTARIO ITALIANO RAPITO - Bendato e con evidenti segni di violenza sul lato destro del volto. Cosi' appare Vittorio Arrigoni, rapito a Gaza da un gruppo islamico salafita, in un video postato ieri su Youtube da 'ThisisGazaVoice'. Il volontario italiano, con indosso una maglia nera, sembra avere le mani legate dietro la schiena, mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovrimpressione appare una scritta in inglese che recita: ''Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sara' presto libero e salvo''. Al termine del filmato scorrono scritte in arabo con la data di oggi. VIDEO RAPITO, ACCUSE A ITALIA E HAMAS - Ci sono accuse contro l'Italia e contro Hamas nel video su Youtube in cui appare Vittorio Arrigoni, l'italiano rapito a Gaza. Sotto le immagini scorre una scritta in arabo nella quale, stando a una libera traduzione, i rapitori accusano Arrigoni di diffondere ''i vizi occidentali'', il governo italiano di combattere contro i paesi musulmani e il governo del premier Ismail Haniyeh di lottare contro la Sharia (la legge religiosa musulmana). Nel messaggio sul video inoltre la scritta in arabo esorta i giovani di Gaza a sollevarsi contro il governo Haniyeh, reo ai loro occhi di gravi ingiustizie. VIDEO CHIEDE SCARCERAZIONE SALAFITI - I rapitori del volontario italiano Vittorio Arrigoni a Gaza - che nel video su Youtube dicono di appartenere a un gruppo armato salafita che si e' denominato 'Brigata Mohammed Bin Moslama' - esigono dal capo del governo di Hamas, Ismail Haniyeh, la scarcerazione di tutti i loro compagni in detenzione e in modo particolare di un loro capo, tale Hisham Al-Saidni, noto anche come Abu Walid Al-Magdisi. LA MADRE, HO VISTO SOLO UN'IMMAGINE DEL VIDEO - "Ho sentito Vittorio lunedì o martedì sera ed era tranquillissimo, il solito Vittorio" dice la madre di Vittorio Arrigoni, Egidia Beretta, raggiunta telefonicamente dall'ANSA nella sua casa di Bulciago, piccolo comune del lecchese di cui la signora è sindaco. "Ci siamo sentiti come ci sentiamo sempre, una volta a settimana, e Vittorio era tranquillissimo, ci raccontava le sue cose come sempre, non nutriva alcuna preoccupazione perché - sottolinea la madre del volontario dell'International Solidarity Movement rapito oggi a Gaza - quello che faceva lui insieme ai suoi compagni era a favore della gente palestinese e non aveva motivo di essere preoccupato". A qualcuno questo rapimento è sembrato un po' anomalo, ma la madre di Vittorio preferisce non fare ipotesi per ora: "non diamo nessun giudizio - dice categorica - perché non sappiamo nulla e non ne daremo finché la situazione non sarà più nitida". La famiglia - la madre Egidia, il padre Enrico e la sorella Alessandra, assistente sociale - ha saputo del rapimento di Vittorio questa sera da alcuni conoscenti, che avevano a loro volta appreso la notizia dalla stampa. Poi - racconta la signora - una giornalista locale l'ha chiamata per dirle del video girato dai rapitori e postato su Youtube "ma io ne ho visto solo un'immagine". Donna forte la madre di Vittorio: indicata come sindaco modello dalla trasmissione 'Report' per la sua scelta di rinunciare a qualsiasi compenso a favore di situazioni di difficoltà, ammette che questo figlio sempre in prima linea forse ha preso un po' da lei nel lato battagliero e nell'inestinguibile sete di giustizia. Vittorio manca dall'Italia dal gennaio 2009, perché entrare e uscire da Gaza non è facile, e sarebbe dovuto tornare a breve. Anche di questo aveva parlato nell'ultima telefonata con i genitori. Ora il telefono di casa Arrigoni continua a squillare in cerca di notizie su Vittorio. Ma la famiglia non ha contatti diretti con i suoi compagni dell'International Solidarity Movement di stanza a Gaza: "sappiamo che ha due locali in prossimità di Gaza City" dice la madre, spiegando che Vittorio "é molto riservato per quanto riguarda la sfera privata, non so se abbia una compagna, è un uomo e io non chiedo nulla".

martedì 28 settembre 2010

lunedì 2 agosto 2010

APPELLO A SOSTEGNO
DI AHMED ATTOUN, MAHMOUD ABU TIR, MOHAMMAD TOTAH, KHALED ABU ARAFEH, quattro deputati del Consiglio legislativo palestinese (parlamento palestinese) in sciopero della fame.
sia personalmente che come associazione Stelle Cadenti, ed invitiamo i soci ed amici che ci legogno in copia a fare altrettantoMario Palmieri, artista, presidente associazione Stelle CadentiNicoletta Crocella, responsabile edizioni
Questo è il messaggio originale ricevuto dall'associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese:Ogg: URGENTE appello
Vi chiediamo di leggere, ed eventualmente sottoscrivere e far girare il seguente

APPELLO A SOSTEGNO
DI AHMED ATTOUN, MAHMOUD ABU TIR, MOHAMMAD TOTAH, KHALED ABU ARAFEH, quattro deputati del Consiglio legislativo palestinese (parlamento palestinese) in sciopero della fame.
I quattro parlamentari sono in sciopero della fame a Gerusalemme Est per opporsi, in modo non violento, all’imposizione israeliana di abbandonare la propria città o il proprio incarico di deputati. La loro colpa è quella di essere stati legittimamente eletti nelle liste di “Cambiamento e riforma” facenti parte del blocco di Hamas. Mahmoud Abu Tir è già stato pretestuosamente arrestato e gli altri sono momentaneamente ospitati presso le strutture del Comitato della Croce Rossa e rischiano l’arresto contro ogni norma di diritto internazionale.
Aderire all’appello non significa condividere le posizioni di Hamas, ma pretendere il ritiro dell’ordine di espulsione, che viola la IV Convenzione di Ginevra e che rappresenta un ulteriore passo verso il regime di apartheid imposto da Israele.
Israele, paese occupante e trasgressore di ogni legalità internazionale, vuole imporre il suo arbitrio su ogni elemento che possa ostacolare il progetto di occupazione totale di Gerusalemme est, favorendo odio e disperazione ovunque, compreso il quartiere arabo di Sheikh Jarah in cui risiedono i quattro deputati e in cui avanza il progetto di pulizia etnica tramite il tentativo di espropriazione delle abitazioni palestinesi e la cacciata dei legittimi abitanti.
Come AAMRP, associazione umanitaria sostenitrice dei diritti umani, rivolgiamo un
appello alla comunità internazionale e alle istituzioni democratiche affinché esprimano
la loro inequivocabile condanna
verso l’ennesima violazione delle norme democratiche e del diritto internazionale, violazione che mentre colpisce i deputati del Consiglio legislativo palestinese, svilisce ogni tentativo di raggiungere una giusta pace in Medio Oriente e affievolisce la percezione della legalità democratica in ogni Paese del mondo.
Facciamo nostra la denuncia del pacifista, già parlamentare israeliano, Uri Avnery che dichiara: “oggi Israele espelle i sostenitori di Hamas, domani espellerà i simpatizzanti di Fatah e dopodomani tutti gli altri” e ricordiamo che analoga tragedia avvenne in Europa e fu compresa quando ormai il diritto aveva perso la parola.
Per tutto questo ci appelliamo alle istituzioni democratiche e alla comunità internazionale affinché sostengano la lotta dei quattro deputati che hanno scelto la non violenza per opporsi all’arbitrio israeliano. Per aderire a quest’appello scrivere a pres@palestinamezzalunarossa.org

Patrizia Cecconi
Associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese

mercoledì 30 giugno 2010

SOLIDALI CON YOUSEF SALMAN







FUORIPAGINA
25/06/2010
Tommaso Di Francesco
Aggrediti a Roma pacifisti pro-Palestina

È davvero finita molto male la manifestazione per la liberazione del caporale israeliano Shalit, promossa dai movimenti giovanili «Benè Birth Giovani» e dall'Unione Giovani Ebrei Italiani (Ugei), presenti il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, il sindaco Alemanno, la Polverini per la Regione Lazio e Renato Zingaretti per la Provincia. Dove Alemanno ha tuonato dal palco: «Da quando il volto di Shalit campeggia sul Campidoglio gli ipocriti e i pacifisti a senso unico stanno lontani dalla piazza». Un retorica di parte, e nello stesso giorno di Gasparri e di Fini in visita in Israele, a malapena adatta a farsi perdonare un fastidioso dna fascista. È finita con l’aggressione fisica di un gruppo di giovani della Comunità ebraica a danno di quattro pacifisti della Rete romana di solidarietà al popolo palestinese e di due palestinesi - gli unici presenti -, Ahmed Abu Naga e Yousef Salman, medico pediatra e rappresentante in Italia della Mezzaluna rossa palestinese.Proviamo a ripercorrere i momenti della tarda serata di giovedì. Quando, alle 23, le luci del Colosseo si sono spente per ricordare il caporale Gilad Shalit da quattro anni prigioniero di Hamas, abbastanza lontano, oltre via dei Fori imperiali e piazza Venezia, sotto la scalinata del Campidoglio i pacifisti della Rete di solidarietà con il popolo palestinese avevano avviato un piccolo presidio, non erano più di 40 persone per la maggior parte donne, con l’intenzione di accendere - mentre al Colosseo si spegnevano le luci per Shalit - lumicini di cera per non dimenticare gli undicimila prigionieri «amministrativi», tra cui molti giovani, bambini e donne, in carcere in Israele da anni nel silenzio della comunità internazionale. E per non dimenticare anche il blocco di Gaza, l’occupazione militare della Cisgiordania, il Muro, le espulsioni di famiglie arabe da Gerusalemme, la strategia di insediamenti ebraici che cancella lo Stato di Palestina. Quando all’improvviso è scattato l’agguato. «Quando siamo arrivati - racconta Youssef Salman - erano quasi le 23, c’erano le camionette dei carabinieri, la Digos ecc. allora abbiamo deciso che per mandare il nostro messaggio era meglio la scalinata del Campidoglio per appoggiare le nostre candele. Avevamo appena cominciato ad accenderle, nessuno gridava o lanciava slogan. Io ero a metà della scalinata con una bandiera palestinese in mano, che mi sono saltati addosso, uno mi ha strappato la bandiera poi altri 4 o 5 sono arrivati su di me e mi hanno aggredito a pugni e calci. Tanti pugni e calci che non li ho contati più. Ferito, ho provato rabbia non per me ma perché vedevo questo gruppo di una quindicina di persone, molti con i caschi, prendere a calci e pugni le tante ragazze del presidio». E conclude: «Mi hanno fatto rabbia i titoli di alcune agenzie che hanno parlato di rissa. La rissa è almeno tra due che litigano, noi siamo stati semplicemente aggrediti. Del resto i feriti sono stati sei - anche gravi perché il giovane palestinese sarà operato allo zigomo fratturato nella zona maxillo facciale - e sono solo tra i pacifisti. Voglio aggiungere che dopo l’aggressione sono arrivati altri giovani e alla fine qualche rappresentante della comunità ebraica che a quel punto si presentava, voleva discutere. Poi sono tornati i picchiatori e solo a quel punto, dopo 20 minuti, la polizia si è messa in mezzo, nonostante fossero già schierati sulla piazza. La Comunità ebraica dovrebbe almeno scusarsi. E Alemanno non può comportarsi così: ha sempre parlato di voler ospitare una conferenza di pace sul Medio Oriente a Roma, città di pace, capitale d’Italia, del Vaticano. Dovrebbe essere neutrale, ma così non ha le carte in regola per una conferenza di pace. Io posso anche esprimere solidarietà umana alla famiglia di Shalit, soldato dell’esercito israeliano catturato in territorio occupato, ma ci sono 11 mila palestinesi da anni prigionieri e nessuno, tantomeno Alemanno, si muove per per la loro liberazione».Tante le prese di posizione di solidarietà ai pacifisti aggrediti: da Un Ponte per... all’uffico internazionale della Fiom, da Sinistra e libertà che dà «solidarietà agli attivisti aggrediti», alla Federazione della sinistra e al Prc che con Nicotra invita il rabbino capo Di Segni ad «isolare i violenti». A proposito, piuttosto grave e incredibile la versione del presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici che prima ha denunciato «manifestanti ebrei aggrediti con insulti», poi si è rifiutato di scusarsi con l’aggredito Salman perché «saranno le forze dell’ordine a dire se chiedere scusa o no», invitandolo perfino ad andare insieme a Gaza a visitare Shalit. Ma si è guardato bene dal chiedere di andare a visitare gli undicimila palestinesi prigionieri in Israele.

martedì 15 giugno 2010


“L’acqua non si vende.
Fuori l’acqua dal mercato.
Fuori i profitti dall’acqua”.


Giovedì 17 assemblea pubblica in
Largo Agosta dalle ore 18.00.


Partecipano il forum nazionale movimenti dell’acqua,
il Comitato di Aprilia per l’acqua pubblica, i lavoratori ACEA.
Sappiamo tutti che è in atto una grande campagna per la raccolta di firme a difesa dell’acqua come bene pubblico.

“L’acqua non si vende. Fuori l’acqua dal mercato. Fuori i profitti dall’acqua”.
Sono slogan ma sono anche qualcosa di più visto che stanno divenendo un sentire comune.
Le raccolte delle firme stanno dando ottimi risultati in ogni luogo ove sono state organizzate,
ma questo non fa che aumentare il bisogno di non mollare e di proseguire verso un percorso che molto probabilmente porterà verso un’ennesima sfida a superare il fatidico quorum.
Ma un passo alla volta.
La prossima tappa è quella del pomeriggio di giovedì 17.
Per una buona riuscita dell’iniziativa siamo tutti chiamati alla partecipazione,
ma anche alla diffusione dell’iniziativa.
Ognuno ha i propri canali di diffusione ed ognuno secondo le proprie modalità
è chiamato a dare il proprio contributo a questa importante
battaglia di democrazia e di difesa di un diritto fondamentale
per ogni essere umano:
l’accesso libero e garantito all’acqua come bene pubblico.

L’appuntamento è in piazza alle ore 17.00.

Se qualche compagno è in grado di dare
una disponibilità maggiore per l’organizzazione dell’evento
l’appuntamento è fissato per le 16.30 a via Castelforte 4.

Ci sarebbero da portare sedie e panche nello spazio di largo agosta in cui avverrà l’iniziativa.
Inoltre questa sera (martedì 15 giugno) ci sarà un attacchinaggio in Largo Agosta, per promuovere questa iniziativa.
Per chi ha la possibilità di partecipare
l’appuntamento è fissato per le ore 22.00 in Largo Agosta.

Non perdiamoci di vista
Giuseppe Spinillo
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari,
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei,
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.


Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller (Lippstadt, 14 gennaio 1892Wiesbaden, 6 marzo 1984) è stato un teologo e pastore protestante tedesco, oppositore del nazismo.Inizialmente fu attivista a favore di Hitler. Nel 1934 Niemöller cominciò ad opporsi al nazismo, ma grazie alle sue amicizie e alle sue connessioni con uomini d'affari ricchi ed influenti venne "salvato" fino al 1937. In quell'anno fu arrestato dalla Gestapo su diretto ordine di Hitler, infuriato per un suo sermone.Rimase per otto anni prigioniero in vari campi di concentramento nazisti, tra i quali Sachsenhausen e Dachau, finché non venne liberato. Sopravvisse per diventare il portavoce della piena riconciliazione della popolazione tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale.È famoso per la poesia Prima vennero... a lui attribuita (anche se spesso viene erroneamente citato come autore Bertolt Brecht), sul pericolo dell'apatia di fronte ai primi passi dei regimi totalitari. La poesia è ampiamente citata, tuttavia la sua origine è incerta e le parole precise rimangono controverse.

martedì 8 giugno 2010

VI municipio di Roma - L'acqua non si vende


ancora in piazza per la Palestina

ancora una strage
ancora una volta in piazza per la Palestina
ancora una volta a dire le stesse cose
con qualche slogan diverso
e qualche anno in più sulla pelle

la navi che volevano far saltare pacificamente
il blocco navale a Gazza
sono il punto di partenza
per altro gesto di quelli che sappiamo
un'ennesima raffica di mitra
contro la pace e la libertà






giovedì 6 maggio 2010

mercoledì 21 aprile 2010

25 aprile 2010:
giu' le mani dalla Costituzione Antifascista

domenica 25 aprile, ore 10, corteo da Porta San Paolo
riportiamo di seguto il comunicato satmpa dell'ANPI, ANPPIA, FIAP, ANED, ANEI, Giustizia e Libertà e Ass. M. Notich e quello del portavoce della Federazione della Sinistra di Roma
25 aprile: ANPI Roma e Lazio – ANPPIA Roma e Lazio – FIAP Roma e Lazio - ANED – ANEI - Giustizia e Libertà Roma - Ass.Miriam Novitch


L’ANPI insieme alle associazioni antifasciste, partigiane, di internati e deportati (ANPPIA, FIAP, ANED, ANEI, Giustizia e Libertà, Ass. Miriam Novitch) ha invitato il Sindaco di Roma e i Presidenti della Provincia e della Regione alla manifestazione popolare che si terrà il 25 aprile alle ore 10.00 a Porta San Paolo, luogo particolarmente caro e altamente simbolico perché da lì ebbe inizio la Resistenza romana. Le associazioni sono fortemente allarmate per la spirale di violenza politica in cui sembra essere scivolata la nostra città e in particolare per l’incombente “marcia su Roma” che gruppi di indubbia radice fascista stanno organizzando per il prossimo 7 maggio. Chiedono quindi ai rappresentanti delle istituzioni che in questa occasione si pronuncino nettamente contro ogni forma di fascismo e neofascismo e si attivino per evitare alla città di Roma, medaglia d’oro per la Resistenza, l’oltraggio di vedere nelle proprie strade rivisitazioni di quella “marcia” che segnò l’inizio della dittatura fascista. “Se si realizzerà tale evento oltraggioso” dichiara Massimo Rendina, presidente dell’ANPI di Roma e Lazio, parlando a nome di tutte le associazioni, “si creerà un'inevitabile frattura fra le associazioni antifasciste, partigiane, di internati e deportati e quelle istituzioni che disattendono le leggi democratiche e la Costituzione che hanno il dovere di difendere per loro specifico mandato”.

lunedì 8 febbraio 2010

Al primo marzo

Un appuntamento importante il primo marzo
lo sciopero dei migranti
una giornata in cui come si usa dire in questi casi
SIAMO TUTTI MIGRANTI
dalla parte dell'ingiustizia subita
dalla parte più debole.
Io parto per un viaggio in Argentina,
verso il Sud più Sud di tutti i Sud,
verso la Patagonia
e poi verso la Terra del Fuoco.
Sarò a Roma il primo di marzo assieme ad altri Sud.
A presto
Non perdiamoci di vista
Giuseppe


venerdì 29 gennaio 2010

mercoledì 27 gennaio 2010

27 gennaio 2010

(Memorie dell’Olocausto)

Unguenti di poesia
per curare anime
esposte alla vita

memorie di date
volti, luoghi e paure
marchiate sul cuore

la guida loquace
abbracciato ha il silenzio
per dare un segnale

appare nudo adesso
il ramo essenziale
di essere uomini

per tutti i vissuti
di ebrei, zingari, diversi
trattenuti ricordi

una musica lenta
nel vento, vivendo quel canto
da non cantare mai soli

chi si sporge
nel mare, e non teme
sa già quasi nuotare

spera il sole
abbronzato di sale
spingendosi al mare

come incenso
che brucia di sandalo
vivendo in un palpito.

..... ed ora considerate
se questo è un uomo.

martedì 19 gennaio 2010

E ora considerate se questo è un uomo
di ADRIANO SOFRI


Di nuovo, considerate di nuovo
Se questo è un uomo,
Come un rospo a gennaio,
Che si avvia quando è buio e nebbia
E torna quando è nebbia e buio,
Che stramazza a un ciglio di strada,
Odora di kiwi e arance di Natale,
Conosce tre lingue e non ne parla nessuna,
Che contende ai topi la sua cena,
Che ha due ciabatte di scorta,
Una domanda d´asilo,
Una laurea in ingegneria, una fotografia,
E le nasconde sotto i cartoni,
E dorme sui cartoni della Rognetta,
Sotto un tetto d´amianto,
O senza tetto,
Fa il fuoco con la monnezza,

Che se ne sta al posto suo,
In nessun posto,
E se ne sbuca, dopo il tiro a segno,
"Ha sbagliato!",
Certo che ha sbagliato,
L´Uomo Nero
Della miseria nera,
Del lavoro nero, e da Milano,
Per l´elemosina di un´attenuante
Scrivono grande: NEGRO,
Scartato da un caporale,
Sputato da un povero cristo locale,
Picchiato dai suoi padroni,
Braccato dai loro cani,
Che invidia i vostri cani,
Che invidia la galera
(Un buon posto per impiccarsi)
Che piscia coi cani,
Che azzanna i cani senza padrone,
Che vive tra un No e un No,
Tra un Comune commissariato per mafia
E un Centro di Ultima Accoglienza,
E quando muore, una colletta
Dei suoi fratelli a un euro all´ora
Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto
Alla sua terra - "A quel paese!"

Meditate che questo è stato,
Che questo è ora,
Che Stato è questo,
Rileggete i vostri saggetti sul Problema
Voi che adottate a distanza
Di sicurezza, in Congo, in Guatemala,
E scrivete al calduccio, né di qua né di là,
Né bontà, roba da Caritas, né
Brutalità, roba da affari interni,
Tiepidi, come una berretta da notte,
E distogliete gli occhi da questa
Che non è una donna
Da questo che non è un uomo
Che non ha una donna
E i figli, se ha figli, sono distanti,
E pregate di nuovo che i vostri nati
Non torcano il viso da voi.

..... ed ora considerate
se questo è un uomo.

lunedì 18 gennaio 2010

giovedì 14 gennaio 2010

venerdì 8 gennaio 2010


27 gennaio 2010

A.A.A. Cercasi lettori di poesie
in lingua madre e dialetto



Ritorna al casale l’iniziativa più poetica che c’è!

Nate nell'ambito dell'anno internazionale dell'Unesco sulle lingue madre, continuano a La Città dell’Utopia le serate dedicate alle poesie del mondo, con letture in lingua madre.



Per la sesta serata prevista per mercoledì 27 gennaio, invitiamo e cerchiamo candidati per leggere una poesia in lingua madre o dialetto, sulla tematica
"i muri"




Durante la lettura, la traduzione in italiano sarà leggibile su maxi-schermo.



Accompagnamento musicale dal vivo a cura
di Marco Cinque (voce e flauti etnici) e
Pino Pecorelli (percussioni etniche)



Inviaci il testo originale e la traduzione in italiano delle poesie

entro e non oltre lunedì 25 gennaio 2010



Per informazioni ed adesioni



"La Città dell'Utopia"

Servizio Civile Internazionale - Italia



Via Valeriano, 3F

(Metro B San Paolo)

00145 Roma. Italia



Tel. 0659648311

lacittadellutopia@sci-italia.it

www.lacittadellutopia.it



___________________________________________________________________

Per informazioni e contatti



La Città dell'Utopia

Servizio Civile Internazionale - Italia

Via Valeriano, 3F

(Metro B San Paolo)

00145 Roma, Italia

Tel. 06 59648311

lacittadellutopia@sci-italia.it

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www.sci-italia.it

giovedì 17 dicembre 2009

lunedì 14 dicembre 2009

Roma, Sabato 19 dicembre
Conferenza stampa sulla Gaza Freedom March
Anche 140 italiani romperanno l'assedio di Gaza

GAZA FREEDOM MARCH

27 Dicembre 2009 - 3 gennaio 2010

"La Gaza Freedom March non si limiterà a deplorare la brutalità israeliana, ma agirà per fermarla"

Il prossimo 27 dicembre, ad un anno dall´inizio dell´operazione israeliana "Piombo fuso" contro la Striscia di Gaza, centinaia di volontari provenienti da tutto il mondo entreranno nel territorio palestinese tuttora sottoposto ad un crudele embargo internazionale. Oltre 1.500 morti, più di 5.000 feriti, distruzione di case, scuole, ospedali e moschee: questo il bilancio di "Piombo fuso", una feroce aggressione contro un popolo martoriato ed un territorio fra i più poveri della terra, dove il 70% della popolazione è composto da profughi delle invasioni israeliane di altre parti della Palestina.

I particolari dell´iniziativa e della partecipazione italiana saranno illustrati dai portavoce del Forum Palestina Germano Monti, Gustavo Pasquali e Mila Pernice nella CONFERENZA STAMPA che si terrà SABATO 19 DICEMBRE, alle 11.00, nella sala stampa del palazzo dei Gruppi Consiliari del Comune di Roma, in Via delle Vergini n. 18.

La società civile mostrerà ancora una volta di essere infinitamente migliore di chi la governa: rispondendo all´appello dell´associazione statunitense Code Pink, più di 1.500 volontari ed attivisti di tutto il mondo (di cui 140 italiani)daranno vita alla più grande manifestazione di solidarietà internazionale della storia recente, entrando nella Striscia di Gaza dal confine egiziano del Valico di Rafah. La delegazione italiana alla Gaza Freedom March, promossa dal Forum Palestina, comprende più di 80 partecipanti, che andranno ad aggiungersi a quelli provenienti dagli U.S.A., dal Canada, dalla Francia, dal Belgio, dalla Gran Bretagna, dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Germania, dalla Svezia, dall´Irlanda, persino dall´Australia, dal Giappone e dal Sud Africa.

L´appello per la Gaza Freedom March è sostenuto da Nelson Mandela, Jimmy Carter, il Premio Nobel per la Pace Mairead Maguire, la sopravvissuta dell´Olocausto Hedi Epstein, il musicista dei Pink Floyd Roger Waters, i registi Ken Loach, Oliver Stone ed Aki Kaurismaki, il nipote del Mahatma Arun Gandhi, l´attivista israeliano per i diritti umani Jeff Halper, gli scrittori Naomi Klein, Gore Vidal e Noam Chomsky, e moltissimi altri. Fra i sostenitori italiani, segnaliamo gli europarlamentari Luigi De Magistris, Gianni Vattimo e Sonia Alfano, Presidente dell´Associazione dei Parenti delle Vittime della Mafia, Vittorio Agnoletto, Marco Rizzo, Don Andrea Gallo e la Comunità di San Benedetto al Porto, oltre a numerosi intellettuali, esponenti del sindacalismo di base e rappresentanti della società civile.

Il Forum Palestina

mercoledì 11 novembre 2009

12 novembre 2009 ricordando Yasser Arafat



Alle ore 19.00 nel quartiere san lorenzo di Roma
in prossimità del cinema Tibur.....