martedì 13 gennaio 2009


13/01/2009 Su Gaza
Elisabetta (Zaatar)
933 morti, dei quali 277 sono bambini e 150 donne, 4.300 feriti, tra questi molti orrendamente mutilati, che rimarranno invalidi a vita. La popolazione di Gaza è composta per la metà da bambini, questo spiega l´alto numero di morti tra loro.

La Striscia di Gaza è la zona più densamente popolata del pianeta terra:
1.500.000 di persone rinchiuse in 320 km2 (di questi circa 700.000 vivono nei campi profughi disseminati lungo la striscia).

Più di 4.500 persone per km2 = 1,5 persone al metro quadrato.

Nelle celle delle prigioni i detenuti solitamente hanno a disposizione più spazio. La Striscia di Gaza è una prigione che confina con Israele, con l´Egitto e con il mare.

Le frontiere egiziana e israeliana sono sigillate, non passa uno spillo.

Anche i tunnel al confine con l´Egitto che consentivano l´arrivo oltre che di armi rudimentali, di cibo e medicine di contrabbando per il sostegno di un popolo affamato da 2 anni di embargo, sono stati distrutti dall´Esercito Israeliano.

Dal cielo piovono le bombe dei droni (aerei telecomandati senza pilota) e degli F16. Dal mare la Marina israeliana cannoneggia i porti e le città costiere. A terra i carri armati dell´Esercito Israeliano, la quarta potenza militare al mondo contro: le città e i campi profughi dove vivono stipati circa 700.000 palestinesi.

Intanto due navi cargo in partenza dalla Grecia verso Israele, secondo l´agenzia di stampa Ma´an e la Reuters, verranno caricate dagli USA con 300 tonnellate di armi ed esplosivo.

I nostri TG cercano, non senza difficoltà, di fare apparire la situazione equidistante, e così i razzi artigianali, chiamati Qassam e Grad che la resistenza palestinese lancia sul territorio israeliano confinante, e che fanno generalmente più paura e rumore che altro (fortunatamente ferme a 4 le vittime civili israeliane) vengono paragonati alle centinaia di morti e alle migliaia di feriti causati dalla macchina da guerra distruttiva dell´Esercito Israeliano.

Ma guardiamoli questi razzi artigianali, che i nostri media chiamano addirittura "missili", sono tubi d´acciaio riempiti di esplosivo. E guardiamole le armi d´Israele, i droni, gli f16, i carri armati, gli elicotteri, il fosforo bianco, arma chimica vietata dalle convenzioni internazionali per le orrende bruciature e le mortali intossicazioni che provoca e che Israele sta utilizzando senza parsimonia sui civili palestinesi di Gaza.

Bene inoltre precisare che Hamas non ha rotto la tregua, la tregua è stata rotta come sempre da Israele a Novembre: http://www.infopal.it/leggi.php?id=9864&PHPSESSID=fc1173834341dab9d9b6424a00bacfa3. L´attacco criminale israeliano era pianificato da almeno sei mesi, come ha riferito il giornale israeliano Haaretz.

La macelleria arriva dopo un embargo criminale che sta soffocando la Striscia da due anni, da quando cioè, Hamas ha vinto le elezioni democratiche avvenute in presenza di osservatori internazionali. Un embargo che ha privato la popolazione dei mezzi di sostentamento, cibo e medicine, gli ospedali dei pezzi di ricambio per le attrezzature e dei medicinali basilari, mancano anche gli anestetici, gli antibiotici, le garze... Il carburante per i generatori è destinato a finire a causa della distruzione dei tunnel al confine egiziano, che ne consentivano il passaggio. La principale centrale elettrica di Gaza, che riforniva il milione e mezzo di abitanti, è stata distrutta da precedenti bombardamenti israeliani.

Fuggire da questo inferno è impossibile, poiché i palestinesi che tentano di scappare da Rafah, alla frontiera con l´Egitto, vengono respinti dai militari egiziani che hanno l´ordine di sparare. Durante la guerra d´Israele del 2006 in Libano, durata 33 giorni, che ha causato 1.000 morti, i civili in molti casi potevano fuggire verso la Siria e la Giordania, o allontanarsi nelle zone del nord, meno colpite. A Gaza è impossibile scappare. Si è sottoposti semplicemente a un tiro al bersaglio che non lascia vie di scampo. Anche le scuole dell´UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi) sono state bombardate. Vi hanno trovato la morte in due scuole distinte, 50 civili, soprattutto donne e bambini, che erano sopravissuti e pensavano di aver trovato un rifugio dopo che le loro case erano state distrutte dai bombardamenti.

L´ipocrisia israeliana rivaleggia con il sadismo, migliaia di volantini lanciati dagli aerei annunciano in alcuni casi i bombardamenti e "invitano" i civili ad allontanarsi, allontanarsi dove? Evidentemente anche questo aiuta la propaganda israeliana a dimostrare che sotto attacco ci sia Hamas e non i civili.

Colpiti anche gli ospedali, quello di Jabaliya pochi giorni fa. Si spara sulle ambulanze, sono stati uccisi dai proiettili israeliani i medici e gli infermieri mentre si apprestavano a soccorrere i civili feriti o a portare via i cadaveri. La croce rossa ha denunciato attacchi contro il personale ed i medici.

Colpiti, oltre alle scuole dell´UNRWA anche i lavoratori. Si spara sui convogli umanitari. L´ONU ha sospeso l´invio di aiuti per due giorni, finchè Israele non ha dato garanzie di sicurezza per il suo personale.

Una punizione collettiva, che fa pensare al genocidio, perché rinchiudere un milione e mezzo di persone in una prigione a cielo aperto, come è Gaza, senza dargli la possibilità di vivere prevenendo l´accesso alle fonti di sostentamento e alle cure mediche e impedirgli di fuggire sigillando ogni via di fuga per poi bombardarlo seguendolo fino dentro alle scuole e alle moschee, questa è un genocidio.

L´ONU dopo quasi 1.000 morti non è riuscito a concludere nulla, anche la risoluzione di condanna firmata ieri (13 gennaio) a Ginevra dal Consiglio per i diritti umani dell´ONU, per Israele "non è rilevante, esprime solo un punto di vista", la maggior parte dei paesi occidentali si è comunque astenuta durante la votazione, passata con 33 voti su 47.

Nel frattempo le immagini dei cadaveri dei bambini, infagottati in lenzuola bianche macchiate di sangue tra le braccia delle loro madri, che ininterrottamente scorrono sui video delle TV arabe, porta il popolo arabo in piazza a centinaia di milioni in tutto il mondo ed è ormai comune vedere i governanti di Egitto, Giordania e la stessa Autorità palestinese come collaboratori d´Israele che timidamente cominciano a prendere le prime posizioni spinti dalla piazza. Di pochi giorni fa la notizia che la Giordania ha ritirato il proprio ambasciatore da Israele.

Olmert vuole chiudere il suo mandato con una vittoria, dopo la sconfitta del 2006 con gli Hezbolla libanesi, ma così come ha rafforzato questi ultimi aumentandone la popolarità e il potere politico, sta rafforzando anche Hamas, che seppur debole militarmente prima e ancora più adesso, ha il sostegno della popolazione, non solo di Gaza, ma dell´intera Palestina, raccogliendo consensi in tutto il mondo arabo. Ismail Haniyeh resta a Gaza e le sue apparizioni sullo schermo sono seguitissime, guadagna consensi questo leader che poteva fuggire dall´olocausto di Gaza e invece è rimasto sotto le bombe con la popolazione civile. Mentre il Presidente Abbas, che aspetta come un avvoltoio di insediare il suo governo fantoccio, perde giorno dopo giorno credibilità.

Israele vincerà militarmente, dopo aver massacrato centinaia (migliaia tra qualche giorno) di civili innocenti, ma quello che non riuscirà a vincere sono la dignità e la forza di resistere della Palestina, la speranza, per poter consegnare un giorno alla storia i criminali di guerra e veder riconosciuto il proprio diritto all´autodeterminazione. I palestinesi non vivono al tempo degli indiani d´America ma in quello degli africani dell´Apartheid, e la storia di quel popolo, che ha visto la fine della segregazione razziale dopo 50 anni è molto simile per tanti aspetti alla storia del popolo palestinese.

Israele ha seri problemi demografici, ed è sempre più inascoltata la chiamata a raccolta agli ebrei nel mondo, per questo è arrivata ad "importare" con stuzzicanti sussidi le popolazioni ebree dall´Etiopia , provenienti da villaggi fatti di capanne di fango. La realtà demografica dopo 60 anni di Nakba vede la popolazione palestinese aumentata di più di sette volte, questo significa che il popolo palestinese non può essere sterminato e che le leggi razziali e i massacri, i muri e i ghetti, non riusciranno a soffocarlo.

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